L’obbligo di POS è in vigore dal 2015 per esercenti e professionisti, ma finora non scattava nessuna sanzione per il soggetto che non rendesse disponibile ai clienti la possibilità di pagare con bancomat, carta di credito o comunque in modo elettronico senza contanti.

Dal 30 giugno 2022, invece, per gli esercenti o i professionisti che non dispongono di strumenti per accettare i pagamenti elettronici, all’accertamento del fatto scatta una multa di 30 € più il 4% dell’importo della transazione.

Ricordiamo che questo obbligo non riguarda solo i titolari di negozi o ristoranti, ma tutti i liberi professionisti, quindi anche avvocati, commercialisti, medici, idraulici, elettricisti, ecc.

 

Obbligo POS: requisiti minimi

Per non incorrere in sanzioni, il libero professionista deve dotarsi di uno strumento in grado di accettare pagamenti elettronici. Questo significa che non è indispensabile accettare tutti i circuiti e/o tutte le tipologia di carta di credito o debito. Basterà dotarsi di un POS per un solo circuito e una sola tipologia di carta rispettivamente di credito e di debito.

Non è nemmeno strettamente indispensabile dotarsi di un POS “vecchia maniera”, collegato a un contratto con la banca: per essere in regola, basta rendere disponibile anche uno solo dei tanti strumenti digitali che consentono il pagamento elettronico (dai nuovi POS digitali alle app per il pagamento elettronico).

 

Obbligo POS: quando non si applicano le sanzioni

Nel caso di una oggettiva e momentanea impossibilità tecnica al pagamento elettronico (per un malfunzionamento del POS, o per un problema della linea telefonica), non scatta alcuna sanzione.

Per evitare tuttavia che il malfuzionamento possa essere usato come “scusa” per rifiutare i pagamenti elettronici, i clienti possono comunque segnalare l’esercente o il professionista all’Agenzia delle Entrate, che provvederà alle verifiche del caso.