Al momento di aprire partita IVA, è necessario comunicare e registrare il codice ATECO dell’attività che si vuole intraprendere. Che cosa è il codice ATECO? I codici ATECO sono codici alfanumerici che identificano le diverse attività economiche, secondo una classificazione adottata dall’ISTAT.

Una sola partita IVA per più attività

Che cosa succede dunque se un soggetto intende svolgere più attività diverse contemporaneamente? Servono due partite IVA? No, anzi, non è nemmeno possibile aprire due partite IVA differenti.

In questo caso, basta semplicemente aggiungere un codice ATECO alla partita IVA.

I casi possono essere due:

1. Apertura di partita IVA con più attività sin dall’inizio. In questo caso il soggetto, al momento di aprire la partita IVA, deve comunicare all’Agenzia delle Entrate:

  • i codici ATECO delle attività che intende svolgere (verificando che non vi siano incompatibilità);
  • il tipo di contabilità scelto;
  • le eventuali agevolazioni che si vogliono richiedere.

2. Aggiunta di un codice ATECO a una partita IVA già esistente. In questo caso il soggetto deve comunicare all’Agenzia delle Entrate il nuovo codice ATECO, con il modello AA9.

In entrambi i casi, è necessario comunicare la scelta a tutti gli enti coinvolti:

  • INPS (o altra cassa previdenziale)
  • Camera di Commercio ed eventualmente Comuni.

Parimenti, per tutte le attività che lo prevedono, si deve anche presentare richiesta di iscrizione al Registro delle Imprese (entro 30 giorni dalla comunicazione all’Agenzia) e, se richiesta, la SCIA al Comune.

Quanto costa aggiungere un codice ATECO alla partita IVA?

Di per sé, l’aggiunta di un codice ATECO alla partita IVA non ha alcun costo: è sufficiente presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate. Ci sono dei costi solo se questa aggiunta comporta un’iscrizione alla Camera di Commercio (o una variazione dell’iscrizione esistente): € 18,00 per i diritti di segreteria + € 17,50 per la marca da bollo.

Partita IVA con più attività nel forfettario: quali sono i limiti?

A partire dal 1° gennaio 2023, il limite annuale di ricavi per godere del sistema forfettario è di 85.000 € (prima ammontava a 65.000 €). In caso di partita IVA unica per più attività, il limite di 85.000 € si applica alla somma totale dei ricavi di tutte le attività svolte.

Partita IVA con più attività nel forfettario: come si calcola l’imponibile?

Per calcolare il reddito imponibile di più attività nel forfettario, si possono avere due casi:

  1. se le attività hanno tutte lo stesso coefficiente di redditività, si applica questo coefficiente al totale dei ricavi delle attività;
  2. se le attività hanno coefficienti di redditività diversi, in dichiarazione dei redditi si devono distinguere i ricavi delle diverse attività e applicare a ciascuna il coefficiente di redditività corrispondente.

Partita IVA con più attività: è obbligatoria la contabilità separata?

Chi svolge più attività con un’unica partita IVA può scegliere di tenere la contabilità separata per ciascuna attività: ciò consiste nel tenere registri separati per le fatture emesse e ricevute in ciascuna delle attività svolte. In questo caso è previsto per la somma di tutte le attività un unico calcolo dell’IVA.

Ci sono però alcuni casi in cui la contabilità separata è obbligatoria:

  • esercizio contemporaneo di attività di impresa e lavoro autonomo;
  • commercio al minuto con il metodo della ventilazione;
  • attività agricole (art.34 e 34 bis del DPR 633/72), se non applicano l’IVA ordinaria;
  • attività di spettacolo con detrazione dell’IVA forfettaria.

Il soggetto che applica la contabilità separata (sia per scelta che per obbligo) deve comunicarlo all’Agenzia delle Entrate.

Un libero professionista può svolgere anche un’attività di impresa?

Sì, purché non sia vietato dall’albo di appartenenza e purché le attività non siano in contrasto fra loro. Qualsiasi chiarimento può essere richiesto all’Ordine professionale di riferimento.

Con partita IVA per due attività si pagano due contributi INPS?

Di norma, il soggetto che svolge più attività di lavoro autonomo deve iscriversi soltanto alla gestione previdenziale dell’attività principale.

Tuttavia, chi svolge un’attività che prevede l’iscrizione alla Gestione INPS artigiani e commercianti e contemporaneamente una libera professione che prevede l’iscrizione alla Gestione Separata (senza che tale professione abbia una propria cassa di appartenenza), deve versare la doppia contribuzione.